C'era una volta

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64annamaria
icon1  CAT_IMG Posted on 9/10/2011, 15:36     +1   -1




C'era una volta......Oh, come mi batte il cuore a queste parole! Esse mi trasportano nel mondo delle favole, della fanciullezza le quali, un giorno, mi divertivano tanto e richiamano alla memoria i bei ricordi della mia prima età: la mia casa, la mia cameretta, le mie bambole i miei diari segreti le persone che mi hanno vista nascere, i miei genitori, la mia dolce nonnina , la signora che aiutava mia madre nei servizi domestici e tutti quanti erano sempre pronti a raccontarmi una favola.
Ora ritorno per un momento bambina: scorro quel mondo immaginario, fantastico, stupefacente.....quelle fate, quei maghi, quei giganti, quei casolari misteriosi sulla riva del mare, quei boschi con l'indispensabile lumicino da lontano; i mie terrori e le mie meraviglie; quel svegliarsi di soprassalto a notte alta immaginandomi di vedere, ai piedi del mio lettino, la bocca spalancata di qualke mostro o gli occhi lucenti di un orco...

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Sapevo, da tempo, che quella montagna esisteva e sapevo pure che era invisibile e irrangiugibile .Ma, un giorno di primavera, decisi di scalare la sua cima e mi trovai occhi negli occhi con quell'uomo.Feci, in silenzio, gli ultimi passi,e nel vedere quell'uomo solo sulla cima della montagna che avevo scalato, con tanto dolore,presi a piangere per la commozione, tanto che il vecchio sentendomi singhiozzare si voltò.
Nel suo volto non c'era sorpresa ma solo sollievo come se mi aspettasse da tanto tempo. Neanche io fui sorpresa quando riconobbi in quell'uomo mio padre.
sei giunta finalmente, è tanto che ti sento parlare, piangere e cantare..attendevo la tua venuta come si può attendere il sorgere del sole.
padre, cosa c fai su questo monte tutto solo, ti prego, lascia che possa fare qualcosa per te, vieni dammi la mano, scendiamo in terra non ti posso lasciare qui.
Figlia mia, il mio compito è essenziale, devo stare qui, affinchè la vita abbia continuità.
Vedi, questa montagna di dura roccia essa è l'umanità.
padre che significa?? avvicinati e te lo dimostrerò! feci alcuni passi per raggiungerlo, al suo fianco c'era uno scrigno tutto d'oro intarsiato da una miriade di pietre preziose che prese con molta cura porgendomelo. Padre, grazie!! Ma che cos'è?
Aprilo! Aprii lo scrigno e dentro riconobbi il mio cuore di carne. Padre,ma è il mio cuore. Perchè non era in me ma nelle tue mani?Questo è il mistero che non ti ho ancora svelato e per il quale adesso credo tu sia matura.Il tuo cuore di pietra doveva essere mutato in carne prima che io potessi consegnartelo e con esso una vita degna di essere vissuta.Vedi, io nn potrò scendere alla vita sino a quanto l'intera montagna, che tu hai scalato, nn sarà mutata da dura roccia in caldi cuori che palpitano d'amore. Reserò qui fino aquanto tutti i cuori del mondo nn vedranno spuntare il loro fiore.
Mentre continuava a parlare prese un piccone e incominciò a staccare dalla dura pietra un pezzo di roccia, e poi se la mise in grembo, incominciandola a levigarla dandole la forma di un cuore e lentamente prese a inciderci una parola, mentre lacrime calde cadevano dai suoi occhi e sudore sulla fronte. Padre, cosa ci incidi , con tanto sacrificio e dolore?
una semplice parola figlia mia, ma l'unica in grado di mutare la roccia in vita, la parola che incido è" AMORE"
Cosa posso fare per te , come ti posso aiutare??mentre parlavo non riuscivo a trattenere le lacrime e i singhiozzi, era troppo lo strazio nel vederlo tanto solo in quel freddo posto.
Cosa puoi fare? Neanche immagini quanto puoi fare!!!Figlia mia , torna alla vita e porta la tua testimonianza; anche tu sei stat un cuore di pietra e come tale saprai spiegare, agli uomini, che il loro è un cammino santo e li porterà alla vera vita, e non alla fine del tutto come da sempre credono. porta la tua gioia di vivere, il tuo sorriso e i tuoi colori..il tuo cuore di carne saprà prlare di te.Ora va via!!..No!! urlai inpuntando i piedi in terra..nn me ne vado, resto con te!!
Presi un piccone e con rabbia cercai di colpire la dura roccia ma quei massi erano davvero troppo duri x me.
Padre...e nel chiamarlo lo raggiunsi abbracciandolo e baciandolo.
Ti prego, non mi allontanare un'ltra volta dal tuo cuore, lasciami qui con te...ti prego fa che io possa aiutarti qui, non mi mandare in quel posto di incomprensioni e di dolori. mi prese per amno , senza parlare, mi condusseverso un meraviglioso orizzonte pieno di raggi di solee disse:"Figlia mia è quello il tuo futuro nel vivere, non temere sii fiduciosa.
e come una figlia ubbidiente indossai il jio cuore di carne e tornai alla vita senza mai allontanare il mio sguardo dalla cima della grande montagna.E quando fui d nuovo in terra tentai con tutte le mie forze di aiutare il lavoro di mio padre affinchè la montagna di roccia lasciasse presto spazio ad un prato di cuori fioriti.
Come avrete capito questo è solo frutto di un sogno ma sa anche di realtà xchè se noi c rendessimo conto che il nostro cuore può cambiare veramente , allora si che il mio sogno si potrebbe mutare in una bella favola..la favola della vita dove l'uno è sempre pronto a donare all'altro.................... hearts050.gif_320_320_256_9223372036854775000_0_1_0


Edited by saro61 - 30/10/2011, 19:54
 
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64annamaria
CAT_IMG Posted on 11/10/2011, 17:18     +1   -1




E' notte: nel negozio di giocattoli.....



Immaginate un grande negozio di giokattoli. E' ormai giunta sera, i commessi hanno riposto tutto in ordine; il signor Bortoli, il padrone, un ometto grasso-grasso, ha finito di fare i conti, ha kiuso tutto e se ne è andato a casa.
Nel negozio dei giokattoli si sentono i primi rumori..i sette nanetti di Biancaneve, che se ne sono stati tutto il giorno fermi su uno scaffale si muovono, ora, come d'incanto e, svelti, svelti, accendono tutte le luci.
La sala sembra illuminata a giorno. Entrano le dame con i loro cavalieri, sono bambole e bamboline vestite con il loro abiti più belli; danno il braccio a bambolotti e a pupazzi dall'aria più seria o più scanzonata.Iniziano le danze al ritmo di mille strumenti musicali che suonano da soli, come per incanto..ci sono dieci o dodici pianoforti a coda che suonano tt insieme e fisarmoniche dai tasti colorati, trombe, trombette e tamburi; tutta una schiera di scimmiette e di orsacchiotti si affanna attorno ad una serie di batterie di latta.
I pagliacci di stoffa o di gomma o di plastica fanno del loro meglio per rallegrare la serata. Altri invitati arrivano dai più reconditi angoli del magazzino a bordo di lussuose macchine telecomandate. Ecco, ecco..arriva persino un trenino elettrico, carico di gente!!!
vi è una vasta schiera di pinocchi, tutti birbanti matricolati!!
Sul + bello una schiera di robot dall'aspetto terrificante entra nel bel mezzo della scena, seguita da una schiera di leoni e di pantere di stoffa.Un brivido di gelo corre nelle vene dei presenti. Ma c si rende subito conto che gli uomini maccanici e le fiere sono del tutto inoffensivi: anzi sono in vena di ridere , scherzare evogliono divertirsi anke loro.
In un angolo c'è un teatrino, il sipario è alzato e tutta la scena è illuminata. Si inizia, ora, la rappresentazione.Si narra la storia di cenerentola. Eccola la povera bambina che spazza la casa e si fa in quattro per mettere ogni cosa al suo posto.Intervengono a beffeggiarla e adarle ordini le due sorellastre e la cattiva matrigna.Si preparono x andare a palazzo, al gran ballo.
Cenerentola resta sola e triste a casa..ma ecco, come per miracolo, arriva la fatina buona e adesso anche Cenerentola ha il suo smaglainte vestito, la sua carrozza rivestita di raso e corre anche lei ,veloce, verso il castello del re.
In un'altra scena si vede lasaladel palazzo reale:grande è lo sfarzo,regna sovrana la gioia..ma un orologio a cucù scandisce i dodici tocchi della mezzanotte e Cenerentola deve lasciare precipitosamente la reggia, invano inseguita dalle guardie del re e dal giovane principe che, ormai, si è inv aghito di lei.
. Nella fretta perde la fatale scarpina.
Durante il terzo atto di questa brillantissima commedia si vede un dignitario di corte che prova la scarpina a tutte le ragazze del reame.
Ed ecco il trionfo di cenerentola e lo smacco delle duesorelle ela matrigna. Un rullo di tamburi ed il rumore di passi marziali annunziano l'arrivo di un intero battaglione di soldati vestiti alla foggia napoleonica che avanzano , dietro le loro bandiere spiegate, nel bel mezzo del negozio.
Ad un tratto, l'urlo lacerante di una macchina di pompieri interrompe l'allegria generale: una bambolina è rimasta lassù, in un alto scaffale,abbandonata e nn è capace di scendere.
Pensosi, in un crocchio, alcuni orsacchiotti di pezza ragionano sul loro prossimo destino, dovranno, un giorno, dividersi e qualcuno è preoccupato al pensiero che dovrà finire nelle mani poco gentili di qualche bambino che incomincerà a strapparli.
Ormai le prime luci di una nuova alba filtrano dalle finestre e qaundo il signor Bortoli, alle otto precise,come tutte le mattine, metterà la chiave nella toppa della porta e riaprirà il suo negozio, ritroverà tutto in ordine come se nulla fosse accaduto.
Ma quanti progetti hanno fatto i giocattoli per la notte successiva!!!Però c'è un po di malinconia: qualche bambola , qualche pupazzo se ne va.Arrivano i nuovi a prendere il loro posto e non sono sempre molto simpatici. o è xckè nn li conosciamo ankora abbastanza??
coniglio-orecchio-automobile_~u28995563


Edited by saro61 - 30/10/2011, 19:56
 
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64annamaria
CAT_IMG Posted on 16/11/2011, 23:54     +1   -1




C'era una volta e c'è ancora un'anima curiosa che vagava negli spazi infiniti senza trovare un amore dentro il quale tuffarsi. Stava andando alla deriva in un mare pieno di noia quando sentì pulsare qualkosa. Una luce fatta di musica e rimase inebetita da tanta bellezza. Disse solo una parola e si tuffò dentro quell'anima curiosa .Allora è li ke ricominciò a vivere senza pensare + a nulla.Lei e la sua anima. Prometteva, x sempre felici e contenti, come nell'ultima riga delle favole. Invece è finita in una gabbia, le sue sbarre le ha costruite il dolore.Si trascinerà senza meta sotto il peso dell'infelicità e nei suoi pensieri il futuro assomiglia a un deserto dove la nostalgia prevale sul sogno eil rimpianto sulla speranza.anima
 
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64annamaria
CAT_IMG Posted on 25/3/2012, 15:25     +1   -1




La sedia

In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote che si recasse a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era molto malato. Quando il sacerdote arrivò alla camera trovò questo pover’uomo nel suo letto con il capo sollevato da due cuscini.
C’era una sedia a lato del suo letto, per cui il sacerdote pensò che l’uomo sapesse che sarebbe venuto a trovarlo.
-Suppongo che mi stesse aspettando?-, gli disse.
-No, chi è lei?-, disse l’uomo malato.
-Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato perché pregasse con lei; quando sono entrato ed ho notato la sedia vuota a lato del suo letto ho supposto che lei sapesse che sarei venuto a visitarla.
-Ah sì, la Sedia-.
Le dispiace chiudere la porta?-. Disse l’uomo malato, Il sacerdote, sorpreso, chiuse la porta.
L’uomo malato gli disse:
-Questo non l’ho mai detto a nessuno, però ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare.
Quando sono stato in chiesa ho sempre ascoltato quanto mi veniva detto circa il rispetto della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta... ..però sempre tutto questo della preghiera; non so...! Mi entra per un orecchio e mi esce dall’altro.
Comunque non ho idea di come fare. Allora... molto tempo fa abbandonai completamente la preghiera.
Ho continuato così dentro di me fino a circa quattro anni fa, quando, conversando con il mio migliore amico, egli mi disse:
-Giuseppe, la preghiera è semplicemente avere una conversazione con Gesù, ti suggerisco di fare così-...
-Ti siedi su una sedia e collochi un’altra sedia vuota davanti a te, quindi con fede guardi Gesù seduto davanti a te-.
-Non è una scemenza farlo poiché lui ci disse:
-“Io sarò sempre con voi”-
-Quindi parlagli ed ascoltalo allo stesso modo in cui lo stai facendo con me ora-. -”Così ho fatto una volta e mi è piaciuto talmente che ho continuato a farlo per almeno un paio d’ore al giorno da allora”-.
-Presto sempre molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia... altrimenti mi internerebbe subito in un manicomio-.
Il sacerdote provò una grande emozione ascoltando tutto questo e disse a Giuseppe che ciò che faceva era qualcosa di molto buono e che non avrebbe dovuto mai smettere di farlo.
Quindi pregò con lui. Gli impartì la benedizione e tornò alla sua parrocchia. Due giorni dopo, la figlia di Giuseppe chiamò il sacerdote per dirgli che suo padre era morto. Il sacerdote le chiese:
-E’ morto in Pace?-.
-Sì, quando uscii di casa circa alle due del pomeriggio mi chiamò ed andai da lui e lo vidi nel suo letto-.
-Mi disse che mi amava molto e mi dette un bacio-.
-Quando ritornai dal fare alcune commissioni un’ora dopo lo trovai già morto-.
-C’è tuttavia qualcosa di strano rispetto alla sua morte, poiché proprio prima di morire si avvicinò alla sedia che era a lato del suo letto ed appoggiò la sua testa su di essa, ed infatti così l’ho ritrovato.
-Che cosa crede lei che possa significare questo?-.
Il sacerdote profondamente commosso, si asciugò le lacrime dell’emozione e le rispose:
-”Magari tutti noi potessimo andarcene in questo modo”-.

sedia
 
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64annamaria
CAT_IMG Posted on 26/3/2012, 18:01     +1   -1




C'era una volta lei.......
Lei credeva nell'amore a prima vista. Ci credeva con tutta l'anima.
Credeva che due persone potessero incontrarsi un giorno, non occorreva parlare, frequentarsi o conoscersi, anzi lei considerava questi dettagli del tutto irrilevanti. Era sicura che queste due persone sarebbero rimaste innamorate per tutta la vita........è il ricordo che ci arroventa l'anima.. ..è la solitudine da cui vorremmo fuggire..
..quando ti fermi ti accorgi che il tuo tempo è ormai finito..... lacrime8eh
 
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64annamaria
CAT_IMG Posted on 30/3/2012, 10:18     +1   -1




ZANZARA E IL LEONE


C'era una piccola zanzara assai furba e spavalda. Stanca di giocare con le solite amiche, decise un giorno, di lanciare una sfida al Re della foresta. Si presentò così davanti al sovrano che era il leone e lo salutò con un rispettoso inchino. Il grande Re che era intento a schiacciare uno dei suoi pisolini più belli lungo la riva di un fiume, lanciò una distratta occhiata all'insetto. "Oh! Buongiorno".
Rispose Sua Maestà spalancando la bocca in un possente sbadiglio.La zanzara disse: "Sire, sono giunta davanti a Voi per lanciarvi una sfida!" Il leone, un po' più interessato, si risvegliò completamente e si mise ad ascoltare.
'Voi " continuò l'insetto "credete di essere il più forte degli animali eppure io dico che se facessimo un duello riuscirei a sconfiggervi!" Il Sovrano divertito disse: "Ebbene se sei tanto sicura,proviamo!" In men che non si dica il piazzale si riempì di animali d'ogni genere desiderosi di assistere alla sfida. Il " Singolar Tenzone" ebbe inizio. L'insetto andò immediatamente a posarsi sul largo naso dell'avversario cominciando a pungerlo a più non posso. Il povero leone preso alla sprovvista tentò con le sue enormi zampe di scacciare la zanzara ma, invece di eliminarla, egli non fece altro che graffiarsi il naso con i suoi stessi artigli. Estenuato, il Re della foresta, si gettò a terra sconfitto. Così, la piccola zanzara fu acclamata da tutti i presenti. Levandosi in volo colma di gioia, la zanzara non si accorse però della tela di un ragno tessuta tra due rami e andò ad imprigionarvisi proprio contro. Intrappolato in quell'infida ragnatela l'insetto scoppiò in lacrime, consapevole del pericolo che stava correndo. Fortunatamente il leone, che aveva assistito alla scena, con una zampata distrusse la tela e liberò la piccolina dicendo:
"Eccoti salvata mia cara amica. Ricordati che esiste sempre qualcuno più forte di te! E questo me lo hai insegnato proprio tu!" La zanzara, da quel giorno imparò a tenere un po' a freno la propria spavalderia.
Le persone troppo sicure di sé riescono, a volte, a superare gli ostacoli più grossi ma inciampano spesso nelle difficoltà più piccole.

Esopoleone-moscerino4


Questo racconto, ha una grande morale...il leone che era stato sconfitto dalla zanzara, invece di vendicarsi, mise da parte l'orgoglio e aiutò la povera zanzarina...(in questo, dimostrò la sua vera grandezza)
perchè a sua volta il leone attraverso il piccolo insetto aveva capito e raccolto con umiltà una grande lezione di vita.
Vero, si inciampia molto spesso in cose non solo piccole ma sopratutto frivole.
La frivolezza, è la sorella della spavalderia e quando camminano insieme fanno solo danni...

Tutti dovremmo saper reagire e capire come re-leone...
e qui ti voglio...e già!!!! :3IwLU.gif: ...
 
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64annamaria
CAT_IMG Posted on 22/4/2012, 23:42     +1   -1




L'aquila Un signore trovò un uovo di aquila e lo mise insieme alle uova che dovevano essere covate da una gallina. Quando venne il tempo, insieme agli altri pulcini uscì dal guscio anke la piccola aquila, figlia della stessa nidiata.Essa crebbe insieme agli altri pulcini.Dopo qualke tempo, imparò a chiocciare come le galline, a razzolare, a cercare vermiciattoli, limitandosi a salire sui rami più bassi delle piante, esattamente come tutte le atre galline.La sua vita trascorreva nella consapevolezza di essere una gallina. Un giorno, diventata ormai vecchia, l'aquila guardò in cielo e vide qaulcosa di stupendo.Lassù nel'infinito azzurro, vide volteggiare un uccello maestoso, che non sembrava fare il minimo sforzo.La vecchia aquila ne rimase impressionata. Si voltò verso la gallina più vicina e gli chiese:<> La gallina guardò in cielo e rispose:<< Oh! E' l'aquila d'oro, la regina dei cieli. Ma non pensarci. Tu e io siamo qui, sulla terra >>. E l'aquila nn guardò più in cielo e morì convinta di essere uan gallina. Così tutti la trattavano; così crebbe, così visse, così morì. per capire realmente questa storia basterebbe guardare l'aquila e avere coscienza di chi essa è realmente, perkè possa aprire le ali e volare come l'aquila dorata. x te saro..tvb!!gif-animata-animali-aquile_57787color]
 
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64annamaria
CAT_IMG Posted on 25/4/2012, 00:52     +1   -1




C'era una volta...
un Angioletto di nome Serafino, che viveva in cima all' Arcobaleno. Tutta la sua vita erano i Colori.

Gli piaceva giocare con il verde, così le mani gli si erano tinte di verde. A forza di passeggiare sul giallo i piedi gli erano diventati gialli. A furia di guardare il rosso gli erano diventati gli occhi rossi. Il suo passatempo preferito era quello di sognare con la testa infilata nel blu, finché i suoi riccioli avevano cominciato a scintillare azzurrini.

Un bel giorno, mentre stava passeggiando, prese uno scivolone giallo, e cadde a testa in giù sulla terra, facendosi un gran bernoccolo.
Al risveglio, si era dimenticato chi fosse e da dove veniva, così, vedendo gli uomini, credette di esserlo anche lui e volle fare amicizia con loro. Ma il primo ad incontrarlo fu un contadino che, vedendo le sue mani verdi, pensò: questo non è buono a lavorare, meglio tirare dritto.
Poi incontrò un viandante che non appena vide i suoi piedi gialli disse: questo non è un buon camminatore, meglio che vada da solo.
Una donna bellabella, al solo vederlo, esclamò: con questi occhi rossi non può di certo apprezzare la mia bellezza, così girovolse il nasino indignato e andò via.
Infine incontrò un prete, che al solo vederlo con quei capelli azzurri, si fece il segno della croce e fuggifuggi.

Allora il nostro angioletto, tutto sconsolato, si mise sotto un albero di mele, finché non si addormentò. Si levò un forte vento che scosse l'albero finché una mela cadde esattamente sul bernoccolo di Serafino. Al risveglio, la memoria gli era tornata ed ebbe nostalgia dell'Arcobaleno, ma ormai, dopo aver conosciuto gli uomini, provava il desiderio di portarli con sé, sull'arcobaleno. Così, decise di andare nella grande foresta, in cerca di consiglio.

Errando tra viottoli cespugli e sentieri, si imbattè in una pigna e la raccolse per mangiarsi un pinolo. Ma, oh meraviglia, vi trovò inciso sopra, piccolo piccolo, l' indirizzo del grande scoiattolo saggio e decise subito di raggiungerlo. Superato il campo del prato, giunse al viale dei pini, e lì sull'ottavo ramo del pino più alto, vide lo scoiattolo saggio che stava giocando con un trenino di legno.
Dopo aver ascoltato la sua storia, lo scoiattolo squittì per l'entusiasmo e mettendosi a sedere sulla propria coda disse: la tua storia mi è talmente piaciuta che non solo ti darò un consiglio, ma ho deciso di venire anch' io con te:
Gireremo per il mondo con il nostro trenino di legno e ogni volta che troveremo qualcuno che strofinerà il naso col nostro a mò di saluto come gli eschimesi, vorrà dire che avremo trovato un nuovo compagno di viaggio. Quando tutti i vagoni saranno riempiti, potremo andarcene sull' arcobaleno.

E così fu, andarono per valli e laghi, ed ogni volta che qualcuno strofinava con loro il naso, dolcemente ... lievemente ... delicatamente ... lo portavano con loro sul trenino. Quando tutti i vagoni furono riempiti, tornarono ai piedi dell' arcobaleno e da lì, sulla cima.

E là come per incanto, tutti gli occupanti dei vagoni si trasformarono in tanti angioletti scintillanti come Serafino, il quale, finalmente, poteva guardarsi negli occhi con l' angioletto rosso, giocare con l' angioletto verde, passeggiare con l' angelo giallo e sognare con la testa tra le nuvolette con l' angelo azzurro...

Se qualche volta vi dovesse capitare, guardando l' Arcobaleno , di scorgere un piccolo puntino marrone saltellare da una parte all' altra, non meravigliatevi: è lo scoiattolo saggio, a cui piace divertirsi così: zompettare tra i colori dell' arcobaleno come una nota matta tra le corde di un'arpa... allo stesso ritmo respirorespiro...
di tutti quei cuori che sanno ancora ascoltare le favole...

Fine...hellothere_smile
 
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64annamaria
CAT_IMG Posted on 25/4/2012, 21:45     +1   -1







Tanto tempo fa, la scimmia era molto amica del coccodrillo; non trascorreva giornata che i due amici non si ritrovassero per vedersi e chiacchierare.
Il coccodrillo viveva nel lago e la scimmia su di un albero di mango, vicino al lago, cosicchè ogni mattina e sera il coccodrillo usciva sulla riva e chiacchierava con la scimmia.

Un giorno la mamma del coccodrillo si ammalò gravemente. Il coccodrillo, disperato, andò a trovare tutti i dottori del vicinato, ma nessuno riuscì a farla guarire.
Il coccodrillo portò allora la madre da un dottore stregone, il quale gli disse che sua madre poteva guarire soltanto mangiando il cuore di una scimmia.

Il coccodrillo si chiese come avrebbe potuto ingannare la scimmia, che era la sua migliore amica, ma alla fine decise di sacrificare la sua amica poiché la vita della madre era più importante. Andò così dalla scimmia e la invitò a casa sua. La scimmia disse che non sapeva nuotare ed aveva paura dell'acqua, ma il coccodrillo la rassicurò dicendole che l'avrebbe portata sulla sua schiena e non ci sarebbe stato alcun problema. La scimmia accettò.

Il loro viaggio iniziò abbastanza bene, con la scimmia sul dorso del coccodrillo; ma, povera scimmia, quando furono nel mezzo del lago, il coccodrillo incominciò a nuotare immerso più profondamente nell'acqua.
La scimmia, molto spaventata, chiese al suo amico di fare più attenzione, altrimenti lei si sarebbe bagnata.

A questo punto il coccodrillo le rivelò che sarebbe diventata la "medicina" per sua madre; le confessò che in realtà non l'aveva invitata per averla ospite a casa sua, ma che in effetti ciò che lui voleva era il suo cuore.
La scimmia non aspettò che il coccodrillo ripetesse la storia e non domandò nessun chiarimento; finse invece di rimproverarlo per non averle detto subito che tutto ciò di cui aveva bisogno era il suo cuore. Poi gli spiegò con rammarico che le scimmie non portano mai con sé il loro cuore, quando vanno a trovare qualcuno o quando partono per un viaggio: se veramente aveva bisogno del cuore di una scimmia, doveva riportarla alla riva, dove gli avrebbe donato volentieri il proprio cuore.

Nell'udire questo, il coccodrillo nuotò molto velocemente verso la casa della scimmia e raggiunse la riva in un attimo. La scimmia era felice di averla scampata bella; cercò sull'albero dove abitava un grosso frutto di mango e disse al coccodrillo di aprire bene la bocca.
Tirò il mango con tutta la sua forza e colpì il coccodrillo in modo da fargli male.

Il coccodrillo si inabissò nelle acque del lago piangendo forte, mentre la scimmia gli gridava che la loro amicizia era finita, perché lui non era un tipo di cui fidarsi.
E da quel giorno fino ad oggi la scimmia e il coccodrillo non sono più amici.





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64annamaria
CAT_IMG Posted on 9/9/2012, 20:21     +1   -1






Era un bambino affamato di vita. Ogni mattina a colazione mangiava due libri, uno salato e uno dolce. Il libro salato aveva la copertina scura e raccontava tutto il male del mondo. I suoi ingredienti erano le tragedie, i soprusi, le crudeltà. Il libro dolce, invece, aveva la copertina chiara e sapeva di miele. Parlava di sogni, di amore, delle antiche verità che l'uomo aveva dimenticato.

Cresceva sano e sereno. Ma una mattina non trovò più sulla tavola la razione quotidiana di pagine al miele. Per diventare adulto è dei libri scuri che hai bisogno, gli spiegarono i genitori, da oggi mangerai soltanto quelli. La nuova dieta fu anche una necessità. I libri chiari erano più difficili da trovare, perché erano più difficili da scrivere. Il bene non si lascia raccontare volentieri: se si esagera col miele provoca nausea.
Perciò incominciò a mangiare soltanto il male. Conobbe la cattiveria dell'uomo in ogni sua forma, divorò con rabbia la descrizione compiaciuta di ogni dolore. Ma dopo qualche tempo, anziché tendersi come le corde di un arco, i suoi muscoli si afflosciarono e divenne un bambino grassoccio e molle. L'umore era sempre basso, e rassegnati i pensieri. Non si fidava di nessuno, eppure da tutti veniva ingannato. Aver conosciuto l'ingiustizia nei risvolti più biechi gli aveva tolto la volontà di combatterla. Si rinchiuse in un bozzolo opaco di cinismo finché smise completamente di mangiare. Proprio lui che era stato grasso, si ridusse a un fagotto d' ossa che vagava per casa come un sonnambulo. I genitori non potevano aiutarlo: erano sonnambuli anche loro.
Una mattina in cui rovistava in soffitta alla ricerca di qualche sapore che gli impressionasse il palato, vide brillare una copertina chiara. Apparteneva a uno dei suoi vecchi libri. Ricominciò a sgranocchiarlo e, frase dopo frase, il suo viso riprese colore. Fu così che imparò a digerire la vita. Perché i libri scuri ti insegnano ad affrontarla. Ma solo quelli chiari ti ricordano che è trasformabile di sogni.393260_529386430411459_936771334_n


 
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9 replies since 9/10/2011, 15:23   440 views
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