Millesimo - Liguria

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saro61
CAT_IMG Posted on 18/3/2013, 18:19     +1   -1




Millesimo - Liguria




La Storia


Non si conosce con certezza l'origine del nome di Millesimo. Varie sono le ipotesi formulate e tra queste una particolarmente suggestiva è la seguente: in un diploma imperiale del 917, gli abitanti del luogo vengono definiti plebs melosina (dal sostantivo greco melos), per indicare la loro indole dolce e la loro attitudine al canto. Uno studioso contemporaneo è invece partito dal nome dialettale del paese "mrésciu", collegando la sua radice al termine locale “mrè”, che designa il tipo di aree soggette alle inondazioni del fiume Bormida; in seguito il nome sarebbe passato, per estensione, a identificare l’intero borgo.

La posizione di Millesimo, adagiato sulla riva destra della Bormida, stretto tra la roccia del castello e il fiume Bormida, è tipica del Medio Evo, quando molti villaggi di pianura, distrutti dalle invasioni barbariche, vennero abbandonati per nuovi insediamenti posti su colli o speroni rocciosi meglio difendibili. Anche a Millesimo il borgo nuovo rinacque più a monte di quello che doveva essere stato il vicus romano.

Nodo importante della articolazione viaria romana in Val Bormida e punto di incrocio fra un percorso di crinale e uno di fondovalle, Millesimo conserva ancora oggi la funzione di centro catalizzatore per la qualificata rete commerciale, per la singolare concentrazione di enti, uffici e servizi di pubblico interesse, per la presenza di aziende leader nel settore meccanico che offrono opportunità di lavoro e per l’interessante patrimonio abitativo. Inoltre è riconosciuto a Millesimo il ruolo di centro comprensoriale per le numerose iniziative sociali, culturali, sportive e d’intrattenimento, promosse da una ricca tradizione associazionistica.

La battaglia del 13-14 aprile 1796, che insieme a quelle di Montenotte e di Dego, aprì le porte d’Italia al giovane generale Napoleone Bonaparte, benché si sia conclusa dentro i ruderi del castello di Cosseria, ebbe inizio a Millesimo ed è ricordata, anche nell stampa d’epoca che la raffigurano, come la “battaglia di Millesimo” e il nome di Millesimo è inciso a Parigi sull’Arco di Trionfo e nella tomba di Napoleone.

Inoltre il condannante dei granatieri piemontesi che difesero Cosseria era il colonnello marchese Filippo del careto di camerino, uno degli ultimi discendenti di quelli che erano stati i Signori di Millesimo. Di questa battaglia fece una bella descrizione Anton Giulio Barrili.

Cenni storici:

XVI-XIV sec. a.C.: scavi recenti (1985-1992) intorno a una grotta posta all’interno dell’area regionale protetta del Bric Tana, poco sopra il borgo, hanno individuato un insediamento dell’età del bronzo.

• II sec. d.C.: una strada romana, diramazione verso il basso Piemonte della via consolare Aemilia Scauri, congiungeva Savona ad Acqui Terme e il suo tracciato attraversava la Bormida proprio in corrispondenza di Millesimo. Questa circostanza e il ritrovamento di epigrafi romane fa pensare a un insediamento romano nella piccola piana intorno alla chiesa di Santa Maria extra muros. Risale a quest'epoca un'ara votiva romana, rinvenuta nella zona e conservato nell'atrio del Palazzo Comunale.

• 9 novembre 1206: Il marchese Enrico II Del Carretto, apud pontem Millesimi, fa redigere l'atto di fondazione del Comune, accompagnandolo a tutta una serie di franchigie e immunità per coloro che avessero scelto di abitare all'interno del borgo.

• 1212-1216: Lo stesso Enrico II del Carretto fonda il monastero femminile di S. Stefano (di ordine cistercense) .

• XIII - XIV sec.: Millesimo conosce un periodo di particolare benessere economico frutto della stabilità del feudo dei Del Carretto; l'economia era basata principalmente sull'allevamento di suini e ovini, sui prodotti ortofrutticoli ed era coltivata anche la vite; molto sviluppati l'artigiano e il commercio, come documentano gli antichi Statuti ritrovati e conservati nell'archivio comunale.

• 1553: L'antico castello dei Del Carretto fu fatto demolire su ordine del Governatore di Milano Don Ferrante Gonzaga per evitare che venisse occupato dai Francesi durante la guerra tra Spagna, Austria e Francia

• 1713: Con il trattato di Utrecht il borgo passò a far parte del regno di Savoia.

• 1796: Dopo la vittoriosa campagna militare di Napoleone Bonaparte (battaglia di Millesimo, 13-14 aprile), Millesimo entrò a far parte integrante dello Stato francese e precisamente del dipartimento di Montenotte retto dal prefetto Chabrol de Volvic. Le numerose stampe e le cartografie di quegli anni sono conservate nel Museo napoleonico di villa Scarzella.

• 16-17 agosto 1809: Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone, giunse a Millesimo a notte fonda e venne ospitato nel palazzo comunale; una targa posta nella sala consiliare sopra all'altare ricorda l'evento.


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Curiosità:


Altitudine: 428 m s.l.m.
Abitanti: 3276
Patrono: Madonna del Carmine, 16 luglio
La prima piscina olimpica italiana è stata costruita a Millesimo ed è stata al centro dell'attività nazionale di nuoto per due stagioni. Nel 1920 gli atleti della nazionale di nuoto si allenavano nella piscina millesimese, come narra il cronista Arturo Balestrieri su "La Gazzetta dello Sport" del luglio di quell'anno: "Millesimo, cantuccio arcaicamente suggestivo nell'Alta Valle Bormida, un po’ selvaggio, ma incantevolmente quieto e tranquillo, è la sede delle prove di selezione olimpiche, l'11 e il 12 luglio. Nel campo sportivo, con intuizione futuristica, è stata eretta una piscina di mt. 50 x mt. 20, con acqua abbastanza profonda da ospitare le prove dei tuffi. Si tratta della più grande manifestazione natatoria svoltasi in Italia da dieci anni a questa parte. A tutto questo sciame di grandi giovinezze gioconde ed ardite è stata concessa larga ospitalità, alla buona ma sincera e spontanea." La piscina millesimese, dopo l'exploit degli anni venti, fu poi smantellata negli anni cinquanta, liberando le aree che ancora oggi ospitano le officine meccaniche "Fresia", conosciute in tutto il mondo per la produzione di mezzi sgombraneve e di trattori in uso negli aeroporti

Da Vedere
Il Pontevechio (Gaietta)
E’ uno dei pochi esempi esistenti in Italia di ponte fortificato. Il corpo originario risale al XII secolo, si trova citato nell’atto di fondazione del borgo ed è il simbolo del Comune. La torretta serviva come porta sorvegliata per l’accesso al borgo dal lato occidentale. Poco distante dal ponte si trova la casa presso la quale il marchese Enrico II del Carretto firmò l’atto di fondazione di Millesimo.



Il Palazzo Comunale
Il restauro del 1989 ha confermato la contiguità del palazzo, risalente al XII secolo, con la cinta muraria del borgo. Nell’atrio spicca un arco di pietra arenaria perfettamente conservato. Nel 1882 i del Carretto cedettero il palazzo al Comune di Millesimo. Nella sala consiliare, oltre a pregevoli armature, si trova l’altare presso il quale, il 17 agosto 1809, Papa Pio VII, prigioniero di Napoleone, assistette alla Santa Messa. Nella sala della giunta, al piano superiore, il 15 o 16 aprile 1796 Napoleone Bonaparte ricevette le bandiere strappate ai Piemontesi dopo la presa del castello di Cosseria.



Il Castello del Carretto
Edificato da Enrico II del Carretto a difesa del borgo, con i castelli di Cengio, Cosseria e Roccavignale, costituiva un quadrilatero a protezione della via tra Piemonte e Liguria attraverso le Langhe. Le sue sorti sono legate a quelle del borgo di Millesimo. La torre in pietra, il maschio e la parete est sono le parti più antiche, risalenti alla seconda metà del XIII secolo. Nel 1989 venne acquistato dall’Amministrazione Comunale, che dieci anni dopo ne iniziò l’opera di restauro e recupero funzionale.



Villa Scarzella
Circondata da un magnifico giardino ai piedi del Castello del Carretto, fu edificata nel 1855 da Giuseppe Scarzella che quattro anni prima aveva acquistato i ruderi del castello e quel lotto di terreno per costruirvi una residenza estiva. La Villa venne ampliata dal figlio ingegnere Alberto Scarzella, Sindaco di Millesimo dal 1888 al 1913. Acquistata dall’ Amministrazione Comunale nel 1989, è ora sede del Museo napoleonico e del Centro visitatori del Bric Tana e della Valle dei Tre Re.



Santa Maria Extra Muros
Edificio a pianta basilicale del XII secolo, di stile romanico, diviso in tre navate da archi a tutto sesto, è dotato di un campanile, a cinque ordini, del XV secolo. Questa pieve si trova citata in un documento del 998 d.c. con la denominazione di “S. Petri da Millesimo”. Dopo secoli di incuria e di abbandono durante le quali divenne cimitero del paese, a partire dal 1960 ne fu progettato e realizzato il restauro che la restituì dopo pochi anni al culto.
L’interno presenta una pregevole vasca battesimale risalente alle origini della Chiesa e affreschi in stile gotico, oggetto di una recente campagna di recupero e restauro conservativo.



La Chiesa Parrocchiale
Di proprietà dei monaci di Sant’Antonio Abate, era uno dei tre monasteri esistenti in Millesimo. Venne consacrata nel 1467 da Monsignor Pietro del Carretto, primo Vescovo di Alba. Nell’interno si trovano opere pregevoli: l’acquasantiera in marmo bianco del 1484, l’altare maggiore (eretto nel 1723, quando la chiesa fu prolungata con il coro) e la statua della Madonna del Carmine che viene portata in processione alla festa patronale del Carmine, e il crocifisso, opera barocca della scuola del Maragliano.



Santuario del Deserto
Il luogo, a pochi chilometri dal borgo e raggiungibile attraverso una bella strada di campagna, è meta di pellegrinaggio e devozione fino dall’inizio del 1700. L’attuale costruzione, con l’edificio a pianta centrale coperto a cupola e di proporzioni imponenti, risale al 1880. All’interno vi è un’interessante raccolta di ex voto e, in particolare, i 59 dipinti eseguiti dal 1902 al 1941 dal pittore Carlo Leone Gallo di Cairo Montenotte.



Monastero di Santo Stefano
Proprietà dei monaci del Monastero di san Pietro di Savigliano, fu acquistato dal Marchese Enrico II del Carretto e donato nel 1216 alle monache dell’ordine cistercense di Santa Maria de Betton (Savoia): Accanto all’originale chiesa romanica, trasformata nel 1600 in forme barocche, nel XV secolo fu aggiunto il chiostro con eleganti capitelli in pietra arenaria. In un cortile adiacente alla chiesa si trova un interessante affresco del XIV secolo, rappresentante la Madonna, Santo Stefano e la famiglia del carretto.
Nel 1802 il Monastero venne soppresso e da allora è proprietà privata. Durante i primi anni del 1900, per volontà del proprietario marchese Carlo Centurione Scotto, i Coppedè ne curarono la ristrutturazione secondo il modelli del revival gotico-rinascimentale.



San Rocco
A salvaguardia del borgo dalle ricorrenti pestilenze, sorgevano poco fuori le mura le cappelle dedicate a San Rocco e a San Sebastiano. Quella dedicata a San Rocco venne iniziata, per voto della popolazione, nel 1858 dopo l’ultima epidemia di colera e sostituì quella medievale posta sull’altra sponda della Bormida e ormai diroccata. La pianta ottagonale e il tetto, completamente restaurato nel 1977, racchiudono un interno circolare e una cupola. Pregevole la statua lignea di San Rocco.



Bric Tana e Valle dei Tre Re
Nelle immediate vicinanze del borgo, in una lussureggiante zona boschiva ricca di castagni, noccioli , ontani neri, betulle, robinie, luoghi ideali per passeggiate a piedi, a cavallo, in montain bike o, per la ricerca di funghi, compreso il prelibato fungo porcino, è stata istituita, con Legge della Regione Liguria n. 40/1977, l’Area Protetta del Bric Tana e Valle dei Tre Re di circa centosettanta ettari. L’interesse per questa zona deriva soprattutto dal particolare substrato geologico, un complesso arenaceo-marnoso risalente al periodo oligocenico, oltre che dalla presenza di fenomeni carsici che hanno dato origine a grotte e inghiottitoi tra le quali la cosiddetta “Tana dra vurp” (Tana della Volpe) sul Bric Tana e le grotte dell’Arma e dell’Armetta nella Valle dei Tre Re.
Recentemente l’Amministrazione comunale ha predisposto in adiacenza dell’Area protetta, recuperando un edificio fatiscente ex scuola elementare, una foresteria/ostello con dieci posti letto, ed un area pic-nic attrezzata per escursionisti.
Il verde non manca neppur all'interno del borgo. Due sono i giardini cittadini, uno, adiacente al Palazzo Comunale, detto Parco della Rimembranza, l’altro in piazza della Libertà, davanti all’edificio scolastico. L’ombra degli alberi, le numerose panchine e le aree gioco ne fanno un luogo privilegiato per gli anziani e per i più piccoli
fonte preso dal web
 
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