Fantasmi al Castello della Rotta

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saro61
CAT_IMG Posted on 23/3/2014, 11:29     +1   -1




Fantasmi al Castello della Rotta

L'origine di una leggenda



Tra Moncalieri e Villastellone, in provincia di Torino, sorge il castello della Rotta, che è citato da numerosi appassionati di misteri come luogo di apparizioni di fantasmi. Digitando su un motore di ricerca in rete la frase “il castello più infestato d'Italia” si trovano molti siti che parlano del castello della Rotta. Secondo i racconti, il castello sarebbe popolato da numerosi fantasmi: un cavaliere e il suo destriero, un vescovo, un abate, un uomo decapitato (con tanto di testa fra le mani), una nutrice, una giovane suicida. L'evento principale, che ogni volta attira centinaia di curiosi1, è un corteo di religiosi che apparirebbe ogni anno nella notte tra il 12 e il 13 giugno.

Il castello è una proprietà privata, l'accesso al luogo non è consentito ed è perciò molto difficile eseguire verifiche in loco. Abbiamo quindi condotto un'analisi di tipo bibliografico esaminando le fonti che riportano le leggende sui fantasmi per cercare di ricostruire l'origine dei racconti. L'analisi bibliografica sulle fonti è iniziata con la disamina degli articoli di giornale ed è proseguita con il reperimento di testi sulla storia degli edifici storici del Piemonte e di libri dedicati ai temi dei castelli e delle case stregate.

Il castello è antico. Fu edificato2 nel 1452 per volere del Gran Priore Giorgio di Valperga, come testimoniato dall'epigrafe murata sul portale d'ingresso; questa costruzione si sovrappone ad una preesistente, appartenuta ai Templari e poi passata ai Gerosolimitani. Riguardo a questi ultimi, esiste una leggenda3 di un loro tesoro forse recuperato in parte da due muratori circa un secolo fa.

A dispetto della vetustà dell'edificio e degli episodi da cui sarebbero scaturite le apparizioni, fino al 1980 nessuno di coloro che ne hanno parlato hai mai fatto riferimento a storie di fantasmi. E non si tratta solo di storici di professione, ma anche di appassionati di mysteri. Alberto Fenoglio, in un testo del 19783, cita il castello come luogo templare, disquisisce a lungo sulla storia dell'ordine, senza riferire di avvistamenti di fantasmi nel castello. Un periodico di settore, la rivista Clypeus4, in un articolo del 1976 parla del castello della Rotta per denunciare l'incuria, che ne stava causando il degrado, e l'utilizzo della struttura per inscenare messe nere ad opera di “gente che, per compiere le proprie orgette, ha scelto quel luogo di facile accesso”.
I primi testi che associano il castello alle apparizioni sono due articoli5,6 dell'agosto 1980, nei quali l'attuale proprietario, che aveva da poco acquistato il maniero e lo aveva in parte fatto ristrutturare, riferisce i suoi incontri con questi fantasmi. Sono citati il cavaliere, la giovane suicida e la processione. Il proprietario è l'unica fonte dei racconti.
Articoli di anni successivi7,8 descrivono le serate organizzate dal proprietario allo scopo di mostrare le apparizioni della casa. Un gruppo selezionato di appassionati di misteri organizza sedute spiritiche e assiste alle apparizioni. Ad una di esse è invitato un giornalista, insieme ad alcuni testimoni scelti da lui. Alcuni di loro riferiscono una breve apparizione di una luce nel buio del cortile, durante una copiosa nevicata, l'unico fenomeno della serata.
Il già citato Alberto Fenoglio, in un libro del 19869, descrive uno ad uno i fantasmi che appaiono nel castello: dal cavaliere che appare con tanto di armatura, scudo e spada, alla giovane che predilige per le apparizioni le giornate di fitta nebbia, passando per una serie di spettri che appaiono “molto bianchi”, che in una ripresa cinematografica si vedrebbero “avanzare strisciando e aprire e chiudere gli occhi e la bocca”. L'autore propone nel testo una serie di immagini dei fantasmi che apparirebbero nella mansione, senza però citarne la fonte.
Con la diffusione delle notizie al grande pubblico, il castello comincia a essere assediato dai curiosi. La notte dopo la pubblicazione degli articoli su La Stampa e un contemporaneo servizio a Canale 5, il castello è oggetto di un vero assedio del popolo del mistero, con tanto di violazioni di domicilio, intervento della polizia e relative denunce. Gli articoli più recenti1 riferiscono solamente dei disagi dei proprietari e del loro astio verso i visitatori indesiderati.

Le storie di fantasmi al castello della Rotta sono riportate da pochi articoli sui quotidiani torinesi e su testi che hanno molte carenze: in particolare non indicano mai le fonti, anche quando riportano alcune fotografie dei presunti fantasmi del castello. Gli avvistamenti non sembrano appartenere ad una tradizione antica, come ci si dovrebbe attendere se le presenze fossero davvero quelle di persone vissute nei secoli precedenti.
L'ipotesi più probabile è allora quella di racconti diffusi dal nuovo proprietario del castello, o da qualche ospite da lui selezionato, e successivamente ripresi da giornali, pubblicazioni e siti web, che tuttavia riportano solo informazioni di seconda mano.

Riferimenti
1.Numa - I cacciatori di fantasmi assediano la castellana - «La Stampa», 9 giugno 2003
2.Di Ricaldone - Templari e Gerosolimitani di Malta in Piemonte dal XII al XVIII secolo - Madrid: Istituto Internacional de Genealogía y Heráldica, 1979
3.Fenoglio - A caccia di tesori. Magia e realtà nei castelli piemontesi - Torino: Piemonte in Bancarella, 1978
4.Gruppo Labirinto - Messe nere al Castello della Rotta? Un monumento da salvare - «Clypeus», 2 giugno 1976
5.l. let. - Il fantasma ha perso la croce - «La Stampa», 28 agosto 1980
6.Del Boca - Fantasmi tra la meliga e l'autostrada - «Stampa Sera», 29 agosto 1980
7.Barbieri - Un ospite invisibile nel castello - «Stampa Sera», 13 gennaio 1988
8.Il fantasma si mette in posa - «La Stampa», 29 ottobre 1987
9.Fenoglio - Fantasmi, spettri e case maledette. Che cosa sono, come si presentano, dove appaiono - Padova: MEB, 1986

Fonti
•Gli articoli de La Stampa e di Stampa Sera sono reperibili nell'archivio storico dei giornali, che è liberamente consultabile.
•Clypeus del giugno 1976 è disponibile, in consultazione, presso la Biblioteca civica centrale di Torino, collocazione F+PER.1874
 
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