Gangi, perla delle Madonie

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saro61
CAT_IMG Posted on 23/6/2014, 19:44     +1   -1





Gangi, perla delle Madonie




Sul versante meridionale del monte Marone, ad un'altitudine di 1.011 metri sul livello del mare, sorge Gangi, paesino madonita caratterizzato da pittoreschi vicoli medioevali, fiancheggiati da graziose casine in pietra. Questa località, autentica perla incastonata nel cuore delle Madonie, ultimamente ha incantato l'Italia intera conquistandosi il titolo di 'borgo più bello d'Italia', nel concorso nazionale 'Il borgo dei borghi', indetto dalla trasmissione di Rai Tre 'Alle Falde del Kilimangiaro'. La trasmissione, condotta da Licia Colò e Dario Vergassola, ha sancito il successo del paesino madonita grazie al voto di ben 134mila spettatori italiani che evidentemente sono rimasti ammaliati dalle bellezze artistiche, architettoniche e naturali del piccolo centro.



Un autentico scrigno a cielo aperto insomma, che custodisce gioielli preziosi e nel quale, in tutte le stagioni, ci si può rilassare godendosi l'aria pura e la tranquillità dell'ambiente. Nel periodo estivo infatti, il paese offre una piacevole frescura che rende superfluo l'uso del condizionatore, mentre in inverno il paesaggio si ricopre di neve, imbiancando i tetti a spiovente delle case, le stradine e la splendida Torre dei Ventimiglia. A Gangi inoltre, si possono respirare ancora gli odori di una volta, quando il pane e la pasta si facevano in casa, e si possono gustare gli squisiti prodotti tipici come i formaggi o la ricotta, i dolci come i 'taralli', la 'cucchia', i 'mustazzola', i 'mastacuttè' e tante altre prelibatezze.




Leggenda vuole che Gangi sia erede della mitica cittadina di Engyon, fondata dai coloni greci provenienti da Minoa, intorno al 1200 a.C. Qui i Cretesi edificarono un tempio dedicato alle Dee Madri che assunse grande fama perchè custodiva le armi di diversi eroi greci e che, al tempo del governatore Verre, fu spogliato dei suoi tesori. L'originaria Gangi era situata nell'attuale contrada Gangivecchio, dove sono stati ritrovati reperti di epoca romana e medioevale. L'attuale centro abitato invece, venne edificato nel XIV secolo, intorno al Castello dei Ventimiglia e fu governato in successione dalle famiglie dei Ventimiglia, Graffeo e Valguarnera.




Mini tour per il borgo - Il nostro itinerario parte da Viale delle Rimembranze che segna l'ingresso della parte alta del paese. La visita può iniziare da piazza S. Paolo, su cui si affaccia l'omonima chiesa (XVI sec.) dalla semplice facciata in pietra, arricchita da un bel portale ornato di bassorilievi. Sulla biforcazione di Via Castello e del Corso Umberto I si trova invece la Chiesa della Baida, improntata allo stile tardo manierista che mostra un disegno armonico in pietra da taglio, un sontuoso e ricco portale, in basso, finestre campanarie, in alto. La costruzione risale al XIV secolo. Lungo Corso Umberto troviamo anche il Palazzo Mocciaro, uno degli edifici più antichi ed allo stesso tempo più belli di Gangi perché custodisce diversi splendidi affreschi.



Proseguendo per il corso principale troviamo Palazzo Bongiorno. La nobile famiglia dei Bongiorno, una delle più ricche di queste zone, fece edificare questo massiccio palazzo nel XVIII sec., facendolo decorare con eleganti affreschi a trompe l'oeil da Gaspare Fumagalli, pittore romano attivo a Palermo intorno alla metà del XVIII sec.



Piazza del Popolo è la piazza principale del paese ed è dominata dalla Torre Ventimiglia, edificata nel XIII secolo come torre di avvistamento e poi trasformata in torre campanaria durante la costruzione della Chiesa Madre. La torre è di stile gotico e presenta, nei due piani inferiori, artistiche finestre ogivali ed esili bifore. In un angolo della piazza, una piccola grotta ospita la Fontana del Leone (1931), in ricordo dell'assedio che Gangi dovette subire nel gennaio del 1926 dal 'prefetto di ferro', Cesare Mori, inviato da Mussolini in Sicilia con lo scopo di sconfiggere la mafia. In quell'occasione la zona fu occupata militarmente, assediata e rastrellata, fino a quando banditi, piccoli mafiosi rurali e vecchi latitanti, furono stanati tutti. L'ultimo che fu catturato si chiamava appunto Leone.



Dal belvedere sottostante la Torre dei Ventimiglia è possibile ammirare un magnifico panorama che si apre sui tetti delle case della parte bassa del paese e sulle verdeggianti campagne circostanti. Sulla sinistra, ai piedi del monte Marone, si scorge una torre cilindrica di epoca medioevale, detta saracena per via della sua forma e il Convento dei Cappuccini. Quest'ultimo insieme alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli (entrambi edificati dal 1695 al 1710) è sistemato ai piedi dell'abitato sul versante meridionale di monte Marone, formando un unico edificio quadrangolare che si compone di quattro ali. La pianta è rettangolare, a due navate, coperta da volte a botte. Adiacente alla torre dei Ventimiglia c'è la Chiesa Madre, edificata nei XVII sec. che ospita alcune opere d'arte pregevoli come la grandissima tela, che occupa il lato sinistro del presbiterio, che rappresenta il Giudizio Universale (1629), considerato il capolavoro assoluto di uno dei due Zoppi di Gangi, Giuseppe Salerno.



La composizione è dominata dalla figura centrale del Cristo ai cui piedi si inginocchiano la Madonna e S. Giovanni Battista. La chiesa conserva inoltre, alcune pregevoli opere lignee di un altro grande artista siciliano che ebbe i natali proprio a Gangi e cioè Filippo Quattrocchi, tra cui spicca il San Gaetano, in fondo alla navata destra.

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Continuando a camminare per Corso Umberto, si incontra l'ottocentesco Palazzo Sgadari il cui pianterreno ospita il Museo Civico che raccoglie reperti archeologici provenienti da Monte Alburchia e da Gangi Vecchio che vanno dall'epoca arcaica ad età paleocristiana. Il primo piano ospita invece la Pinacoteca Gianbecchina, che dal 2001 ospita le opere donate dal grande maestro siciliano al comune di Gangi e al secondo piano il Museo delle armi. Gli altri due piani del palazzo presentano delle sale affrescate.

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Il proseguimento ideale di corso Umberto è Corso Fedele Vitale, sul quale si affacciano le botteghe romane, risalenti al XVI sec. In fondo alla via si trova il Castello dei Ventimiglia, sorto nella prima metà del sec. XIV per volere di Francesco I Ventimiglia, conte di Geraci. La Chiesa di San Cataldo si trova quasi al termine del Corso G.F. Vitale. Essa risale alla prima metà del secolo XIV. La facciata dà sulla piazzetta omonima. Dall'angolo anteriore sinistro si eleva il campanile quadrato, dalla cui base si innalza una guglia conica a piastrelle smaltate. L'interno comprende una navata mediana, più ampia, con cupola, e due piccole navate laterali. La volta presenta un complesso decorativo artistico con tre affreschi sulla navata centrale, raffiguranti S. Cataldo.

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Per visitare Gangi bassa bisogna tornare indietro fino a Via Madrice e da qui raggiungere la Chiesa del SS. Salvatore che ospita un crocifisso ligneo di Fra' Umile da Petralia e l'Andata al Calvario di Giuseppe Salerno. Proseguendo si raggiunge la Chiesa di S. Maria di Gesù, del XV sec., epoca a cui risale anche la torre campanaria, alleggerita da monofore e bifore. La facciata della chiesa è arricchita da un bel portale ornato di bassorilievi. All'interno si possono ammirare opere del Quattrocchi, in particolare il gruppo ligneo dell'Annunciazione, considerato unanimamente un autentico capolavoro. Da non perdere inoltre, il Santuario dello Spirito Santo. Secondo la tradizione popolare un contadino sordomuto, nel XVI sec., lavorando nei campi trovò un'immagine di Cristo dipinta sulla roccia che miracolosamente iniziò a parlare. Il santuario fu costruito sul luogo del ritrovamento ed è meta di pellegrinaggi. L'immagine sulla roccia è oggi nascosta da un dipinto del Vazzano dietro l'altare. All'interno della chiesa ci sono affreschi di Crispino Riggio e di Tommaso Pollace.

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Due grandi Artisti, un solo Zoppo - Gangi città d'arte ha dato i natali a moltissimi esponenti di rilievo della cultura Siciliana. Nella seconda metà del '500, nella Gangi feudale ventimigliana, nascono Gaspare Vazzano (1562) e Giuseppe Salerno (1570), maestri dell'arte pittorica siciliana. Entrambi gli artisti erano soliti firmare le loro opere con lo pseudonimo 'Zoppo di Gangi' tanto da creare una gran confusione tra gli storici dell'arte per quanto riguarda l'attribuzione delle loro opere che ancora oggi non hanno paternità certa. La Chiesa Madre di Gangi ospita un capolavoro assoluto di Giuseppe Salerno che è il Giudizio Universale di cui abbiamo già parlato, mentre sono sicuramente attribuite a Gaspare Vazzano gli affreschi del cappellone della Chiesa Madre. Un altro grande artista da ricordare è sicuramente Filippo Quattrocchi, scultore ligneo gangitano attivo fra '700 ed '800, che fu maestro nell'arte dell'intaglio. Da Gangi, Quattrocchi eseguiva le diverse committenze che arrivavano da Palermo, da diversi paesi dell'isola e specialmente dalle Madonie. Tra le opere del Quattrocchi a Gangi, si trova il gruppo dell'Annunziata, nella chiesa di S. Maria che è un autentico capolavoro.
zoppo di gangi N
fonte dal web

www.guidasicilia.it/
 
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