IL GELSOMINO NOTTURNO

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saro61
CAT_IMG Posted on 10/6/2015, 00:01     +1   -1





IL GELSOMINO NOTTURNO

E s’aprono i fiori notturni
nell’ora che penso a’ miei cari.
Sono apparse in mezzo a’ viburni
le farfalle crepuscolari.
Da un pezzo si tacquero i gridi:
là sola una casa bisbiglia.
Sotto l’ali dormono i nidi,
come gli occhi sotto le ciglia.
Dai calici aperti si esala
l’odore di fragole rosse.
Splende un lume là nella sala.
Nasce l’erba sopra le fosse.
Un’ape tardiva sussurra
trovando già prese le celle.
La Chioccetta per l’aia azzurra
va col suo pigolìo di stelle.
Per tutta la notte s’esala
l’odore che passa col vento.
Passa il lume su per la scala
brilla al primo piano: s’è spento…
È l’alba: si chiudono i petali
un poco gualciti, si cova,
dentro l’urna molle e segreta
non so che felicità nuova.
Giovanni Pascoli


“Il gelsomino notturno” vien fuori dalla contemplazione che il poeta fa della notte. Sembra un insieme di intense sensazioni notturne slegate tra loro, ma in realtà tratta di intuitivi rapporti tra l’uomo e la natura. Rappresenta il mondo misterioso che si cela sotto l’apparenza delle cose. I gelsomini notturni, detti “le belle di notte”, che schiudono la sera emanando un intenso profumo per poi richiudersi all’alba sono, nella poesia del Pascoli, il simbolo dell’anima che si apre alle voci dell’ignoto e del mistero, provando un’immensa dolcezza.
 
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