ANIMALI A RISCHIO FUCILAZIONE, STRAGI SUGLI ANIMALI, POSTI DA DIVERTIMENTO DOVE GLI ANIMALI SOFFRONO

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Wj-Picchiarello
CAT_IMG Posted on 12/4/2012, 09:56     +1   -1




Albania, cani a rischio "fucilazione"

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Prima azione sul fronte internazionale della Federazione Italiana Diritti Animali e Ambiente, in difesa dei randagi dell'Albania. In rappresentanza del nuovo organismo, che vede per la prima volta riunite le più importanti realtà del settore in una struttura di tipo federativo, l'on. Michela Vittoria Brambilla, ha inviato, lunedì 9 aprile, una lettera-appello al primo ministro della Repubblica di Albania, Sali Berisha, "perché adoperi la Sua autorità" per impedire la strage di cani randagi annunciata a Perrenjas, davanti alla quale - spiega - "il nostro paese non può e non deve rimanere indifferente".

Nella città dell’Albania orientale il sindaco, per combattere il randagismo, ha autorizzato l’uso delle armi da fuoco. "L'Italia é pronta a fornire all'Albania, paese vicino e amico - comunica Carla Rocchi di Enpa, in una nota diffusa dalla Federazione - tutte le conoscenze delle procedure e gli aiuti per gestire in maniera civile e risolutiva il problema del randagismo".

"Questa notizia ci lascia interdetti - afferma Laura Rossi di Lndc - e il problema non si risolve certo annientando gli animali ma prendendo coscienza della necessita di interventi in linea con il sentire di un paese civile".

"Come organizzazione internazionale - spiega Massimo Comparotto di Oipa - siamo a conoscenza di altri paesi che hanno affrontato la questione randagismo in maniera decisamente diversa da quanto annunciato dal sindaco albanese, a dimostrazione del fatto che é possibile risolvere il problema senza ricorrere a stragi tanto inutili quanto crudeli".

"Ringraziamo l'ambasciata italiana a Tirana per l'importante sostegno - commenta Gianluca Felicetti di Lav - e siamo certi che continuerà nell'azione di sensibilizzazione delle autorità albanesi affinché le iniziative intraprese proseguano anche dopo la soluzione della vicenda di Perrenjas".

L'APPELLO DELL’EX MINISTRO BRAMBILLA AL PREMIER ALBANESE SALI BERISHA:
Ecco il testo integrale della lettera: “Illustre primo ministro, da notizie di stampa risulta che il sindaco di Perrenjas, città dell’Albania orientale, abbia autorizzato, a partire della mezzanotte di lunedì 9 aprile, l’uccisione dei cani randagi a colpi d’arma da fuoco. Sono certa che Lei converrà con me che questo metodo scelto per lottare contro il randagismo non possa essere proprio di un Paese come l’Albania, candidato all’ingresso nell’Unione europea, che sotto la Sua autorevole guida ha ottenuto importanti riconoscimenti internazionali. Mi permetto dunque di rivolgerLe un appello, anche nella mia qualità di rappresentante della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente, perché adoperi la Sua autorità per impedire l’imminente strage, come chiedono, peraltro, associazioni animaliste del Suo Paese. La ringrazio per l’attenzione, che sono certa non mancherà, avendo avuto modo di apprezzare personalmente la Sua grande sensibilità verso i problemi sociali e le richieste del popolo albanese. Mi consenta quindi di rinnovarLe l’espressione della mia amicizia e di ringraziarLa ancora per la piacevole serata trascorsa con Lei e la signora Berisha a sostegno dell’Albanian Children Foundation nell’ottobre del 2010". Michela Vittoria Brambilla


Fonte dal web

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Edited by Wj-Picchiarello - 17/4/2012, 11:40
 
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Wj-Picchiarello
CAT_IMG Posted on 16/4/2012, 16:46     +1   -1




randagiinviamanzoni

Randagi, anche la Bulgaria pensa allo sterminio



L'aggressione ad un anziano economista da parte di animali rinselvatichiti riapre il dibattito sulle uccisioni di massa

Boteo Tachov, ottantottenne economista bulgaro, è morto nei giorni scorsi all’ospedale militare di Sofia dopo aver lottato tra la vita e la morte per una settimana, da quando la sua quotidiana passeggiata pomeridiana nel quartiere di Malinova Dolina, nella capitale Sofia, si è trasformata in tragedia, il 31 marzo, per l'attacco di un branco di cani randagi che gli amputarono un piede, infierendo anche su gambe, viso, orecchie e occhi. Appena i media divulgarono la notizia dell’incidente in città scoppiò subito la psicosi tra il milione e mezzo di abitanti che dividono le loro strade con 10.000 cani randagi e un numero assai più consistente di gatti senza padrone.

I DUE SCHIERAMENTI - Anche ora, dopo la morte dell’uomo, la popolazione è divisa in due: chi vuole liberarsi in tutti i modi, anche con la violenza, dei cani di strada e chi li vuole proteggere considerando che il problema randagismo esiste a causa del gran numero di proprietari che abbandonarono i loro cani non sterilizzati in campagna quando, dopo la caduta del socialismo, si trasferirono in massa nelle città. Le istituzioni della capitale assunsero, fin dal giorno dell'attacco all'anziano, una posizione piuttosto moderata. Per evitare che la furia della maggioranza dei cittadini li spingesse a insensate e illegali vendette contro cani innocenti come possibili avvelenamenti di massa, il sindaco di Sofia, la signora Yordanka Fandakova, diede ordine di catturare e uccidere, dopo un periodo di stallo presso il canile municipale della città, tutti i randagi del quartiere Malinova Dolina. D’altro canto, in rispetto della legge che vieta il massacro dei cani senza padrone e per placare le polemiche degli animalisti, la Fandakova assicurò che il Comune avrebbe impresso una maggiore spinta alle sterilizzazioni e creato nuovi rifugi.

Due cani in un canile municipale della capitale bulgaraDue cani in un canile municipale della capitale bulgara
SCONTENTO GENERALE - La decisione, pur placando parzialmente l’ira dei cittadini, in realtà, scontentò un po’ tutti: sia i detrattori sia i difensori degli animali di strada. Uccidere tutti i cani di un quartiere non risolve certo il problema del randagismo, endemico nel Paese da almeno vent’anni. Per di più, con tutta probabilità, il branco inselvatichito che si rese responsabile dell’attacco del 31 marzo e della morte di Tachov si era già allontanato dalla zona mentre i quattordici cani catturati e condannati a morte sono animali di strada socializzati, abituati al contatto con l’uomo, tanto da essersi lasciati accalappiare con facilità.

LEGGI DALLA PARTE DEI CANI - A parte quest'ultimo incidente, di passi avanti sul problema del randagismo la Bulgaria ne ha fatti molti nel corso degli ultimi anni. Il punto di svolta porta una data precisa: 24 gennaio 2008, giorno in cui l'autorizzazione alla cattura e alla messa a morte dei randagi in tutto il Paese fu sostituita da una nuova legge, davvero all’avanguardia che, sulla scorta delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ordinò di contrastare il fenomeno utilizzando il metodo chiamato in termini tecnici Tnr o Cccr: Trap, Neuter and Release o Catch, Castrate and Release (in italiano “accalappia, sterilizza e reimmetti sul territorio”).

L'AIUTO DELLE ONG - La legge, tutt'ora in vigore, prevede anche l’assoluta proibizione dei combattimenti tra cani nonché l’utilizzo di mammiferi nei circhi. L’adozione del Tnr in sostituzione alle uccisioni di massa era, in realtà, già stato “testato” in alcune città, tra le quali Sofia, a partire dal 2006, grazie alla collaborazione di ong internazionali come la tedesca Vier Pfoten (Quattro Zampe). L’associazione animalista mise a disposizione le sue cliniche mobili e i suoi team veterinari per sterilizzare i cani di strada e il numero dei randagi scese in tre anni da 38.000 agli attuali 10.000. Nell’aprile dl 2011 un altro successo legale, almeno sulla carta: il Paese balcanico introdusse nel codice penale un articolo che prevede una multa e due anni di prigione per chi ferisce un animale e una multa e tre anni di carcere per chi lo uccide.

TRA CRUDELTA' E SPERANZA - Eppure, in Bulgaria gli atti di violenza contro i randagi continuano a essere brutali: sia quelli messi in atto da privati cittadini poco sensibili esasperati dalla presenza costante di scheletri a quattrozampe che mendicano cibo sia quelli di alcune municipalità che, purtroppo, non rispettano la legge nazionale e continuano, più o meno in segreto, con la politica delle uccisioni di massa. Dice Stella, volontaria responsabile delle pubbliche relazioni di Animal Rescue Sofia, sodalizio che gestisce il paradisiaco rifugio municipale per randagi di Bogrov, paese qualche chilometro a Est di Sofia: «Sarà difficile scendere sotto i 10.000 cani di strada nella capitale, soprattutto a causa di una mentalità ignorante nella gestione dei cani di proprietà (circa 200.000) che non sono sterilizzati e, quando non sono tenuti alla catena nel cortile di casa in condizioni indegne, come antifurti senza anima, sono lasciati vagare liberi. Così, le cucciolate continuano a nascere e vengono abbandonate nei sobborghi della capitale».


Fonte dal web

randagiinviamanzoni

La UEFA contro lo sterminio dei cani randagi in Ucraina



La UEFA ha preso atto delle misure annunciate dal governo ucraino per arrestare e vietare l'uccisione dei cani randagi e ne attende l'implementazione.

Dopo essere stata informata da varie organizzazioni animaliste sulla situazione dei cani randagi in Ucraina, la UEFA ha contattato più volte le autorità del paese, chiedendo misure appropriate per rispettare la dignità degli animali. La UEFA, inoltre, ha effettuato una donazione alla Protezione Animali di Kiev per finanziarne le attività e ha agito come collegamento tra gli enti del settore e le autorità, in modo da trovare soluzioni adeguate.

Dopo i ripetuti incontri tra la UEFA e le autorità ucraine, il ministro dell'ambiente Mykola Zlochevsky ha ufficialmente annunciato, all'inizio di questo mese, il divieto immediato di sterminare i cani randagi. Le autorità hanno anche annunciato che saranno costruiti canili e che gli animali non ospitabili verranno sterilizzati prima del rilascio. Inoltre, verranno adottate nuove leggi che obbligano i sindaci a mettere in pratica le nuove regole per non incorrere in misure legali.



Dal web
 
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Wj-Picchiarello
CAT_IMG Posted on 17/4/2012, 09:57     +1   -1




QUALCUNO ANCORA NON CI CREDE...
FATE GIRARE E FERMIAMO TUTTI INSIEME
QUESTO SCHIFOSO MASSACRO IN UCRAINA
IN VISTA DEGLI EUROPEI !!!!!


ATTENZIONE IMMAGINI UN PO' SENSIBILI SI CONSIGLIA LA VISIONE A UN PUBBLICO ADULTO


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Dal web

Edited by Wj-Picchiarello - 18/4/2012, 11:37
 
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Wj-Picchiarello
CAT_IMG Posted on 17/4/2012, 10:42     +1   -1




beechersbrook

Strage di cavalli al Gran National
di Aintree, scatta la polemica


Dal '96 sono morti ben 18 cavalli Gli organizzatori si difendono: «Massima attenzione alla sicurezza», ma resta sotto accusa lo spaventoso ostacolo con dislivello di oltre due metri
torino

La morte di altri due cavalli ad Aintree, sede della corsa ad ostacoli più prestigiosa del Regno Unito, il Gran National, ha alimentato nuove polmiche sulla sicurezza del concorso.
I cavalli sono costretti a correre su un anello di 7.442 metri e a saltare 30 imponenti ostacoli naturali formati da rami di pini ammassati l’uno sugli altri fino a superare i due metri di altezza. Il capo della lega britannica in difesa degli animali, Andrew Tyler, ha bollato l’Aintree Grand National come uno evento «disgustoso e vergognoso».

In un commento pubblicato sul sito www.animalaid.org.uk, ha detto di considerare il Grand National un «disgustoso e vergognoso spettacolo mascherato da sport. Non c'è niente di sportivo - ha aggiunto - in un evento che di routine uccide così tanti cavalli. E' semplicemente il peggior genere di intrattenimento di massa. Per chiunque abbia genuinamente a cuore i cavalli, guardare questa corsa è un'esperienza assolutamente triste e deprimente».

La British Horseracing Authority, che supervisiona la gara, ha invece sottolineato come le modifiche effettuate al percorso lo abbiano reso più sicuro. Lo scorso anno altri due cavalli persero la vita ad Aintree ed in totale dal 1996 le vittime equine sono state 18.

«Siamo disperatamente tristi per questi due incidenti e la nostra solidarietà va a tutti coloro che erano legati a questi due cavalli» ha detto Julian Thick, direttore delle corsa ad Aintree.
«Quando un cavallo si fa male, tutti sono profondamente scossi. La sicurezza è la priorità per gli organizzatori del Grand National e facciamo ogni sforzo per assicurare che tutti coloro che sono coinvolti nell'evento siano in grado di partecipare in sicurezza».

«Le corse dei cavalli sono uno sport regolamentato con molta attenzione e monitorato dalla British Horseracing Authority, ma il rischio non può mai essere eliminato completamente. La Grand National è una competizione professionale e ben organizzata e soltanto i milgiori cavalli ed i migliori fantini possono farne parte».

Gavin Grant, responsabile della Reale Società per la Protezione degli Animali, parlando alla BBC, ha definito la corsa «un vero casino» e ha chiesto che siano nuovamente prese considerazione delle modifiche agli ostacoli, a cominciare dal famoso Becher's Brook, con il suo controverso dislivello di oltre due metri dopo la barriera, nella zona di arrivo dopo il salto.

Il Becher’s Brook è tra gli ostacoli che erano già stati recentemente modificati, dopo le morti del 2011. Ma secondo Grant «Abbiamo bisogno di prendere nuovamente in considerazione le aree di arrivo dopo le barriere. Alcuni miglioramenti sono già stati apportati, ma quando c'è un dislivello dopo l'ostacolo, un cavallo non se lo aspetta».


Dal web

beechersbrook

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Il circo è un posto di divertimento??

Credo che almeno 1 volta nella vita, è capitato di portare nostri figli al circo e bisogna dire che si sono divertiti, spesso anche noi...

Però non ci siamo mai posti una domanda... anzi diverse domande

E' naturale per un orso ballare o per delle foche giocare con un pallone? Oppure per un elefante mantenere il suo peso di diverse tonnellate sulle sole zampe posteriori? O per dei felini saltare attraverso un cerchio infuocato, considerato anche il terrore atavico degli animali per questo elemento? Obiettivamente, crediamo di NO!

E non è solo questo vi siete mai chiesti dove sono gli animali prima di entrare a fare "Spettacolo" ??? Ebbene sono chiuse in gabbie, basti pensare che devono fare viaggi molto lunghi quindi sono stanchi e stressati ma non hanno pietà li obbligano a dare spettacolo.

Vi siete domandati anche voi con che modo li obbligano? Beh usando la violenza leggete attentamente questo pezzo...


La circense Liana Orfei sostiene che "la tigre è pericolosa perché, oltre a essere astuta, è vigliacca. La tigre ti attacca a tradimento. Mentre il leone in genere è leale (...). La iena non la domi mai perché non capisce. Puoi punirla cento volte e lei cento volte ti assale e continua ad assalirti perché non realizza che così facendo prende botte mentre, se sta buona, nessuno le fa niente." E ancora, la signora Orfei afferma che le foche "possono essere ammaestrate solo per fame e non si possono picchiare perché lo loro pelle, essendo bagnata, è delicatissima. Ma con un po' di pesce ottieni quello che vuoi". Anche per insegnare alle tigri a salire sugli sgabelli, si usano la fame e le botte, continua la signora Orfei: "... poi ricomincia la storia con la carne finché la belva si rende conto che se va su riceve dieci-dodici pezzettini di carne, sa va giù la picchiano, e allora va su."

Visto che noi andiamo lì paghiamo per vedere animali che vengono maltrattati e torturati io risparmio il costo del biglietto del circo e vado a vedere un film al cinema!!!

ATTENZIONE: Vi invito a non vedere le foto se non siete maggiorenni.
QUESTO ARTICOLO L'HO SCRITTO IO BASANDOMI SU NOTIZIE PRESE DAL WEB


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Wj-Picchiarello
CAT_IMG Posted on 18/4/2012, 10:34     +1   -1




Il 5 maggio a Roma contro la strage dei cani ucraini

Di fronte alla mancanza di risposte da parte dell'ambasciata
gli animalisti organizzano
una manifestazione di piazza


Le associazioni Enpa, Lav, Oipa e Volontari del Canile di Porta Portese definiscono «deludente e perfino surreale» l’incontro avvenuto con rappresentanti dell’ambasciata Ucraina sulla strage di randagi perpetrata in vista di Euro 2012. Al punto che hanno deciso di dare mandato ai propri legali per valutare l’opportunità di avviare azioni legali per diffamazione.

Il Consiglio Comunale di Roma aveva votato una mozione in cui si chiedeva lo stop al massacro sistematico di cani e gatti randagi, ottenendo un appuntamento con l’ambasciatore per una delegazione che, oltre ai rappresentanti capitolini Alessandro Cochi (delegato per le Politiche Sportive), Andrea De Priamo (presidente Commissione Ambiente), Monica Cirinnà (consigliera capitolina), Federico Coccia (delegato del sindaco alla salute degli animali) e Tetyana Kuzyk (consigliera aggiunta), comprendeva anche i presidenti delle maggiori associazioni animaliste italiane, Enpa, Lav, Oipa, nonchè Volontari del Canile di Porta Portese.

Come prima cosa, tuttavia, al momento dell’incontro l’ambasciatore dell’Ucraina non si presenta, impegnato, a dire del funzionario di secondo livello che lo sostituisce, in «affari importanti». Il medesimo funzionario, quindi, prima elenca la bontà delle leggi ucraine in materia di tutela degli animali, poi chiede alla delegazione presente di produrre un documento sugli avvenimenti che, da mesi, invadono la rete, documentati con foto, filmati e testimonianze, come se scoprisse il problema in quel momento. Infine, si spinge a dire che «la strage dei cani potrebbe essere una montatura messa in piedi per finalità politiche». Dimenticando, però, che lo stesso ministro dell’Ambiente ucraino ha denunciato la soppressione dei randagi, che indigna la parte più sensibile della popolazione del Paese.

Pronta una manifestazione per il 5 maggio a Roma
Vista l’inutilità di continuare il colloquio con un interlocutore «palesemente ostruzionista», la delegazione e le associazioni hanno ribadito il loro impegno a continuare la mobilitazione a favore dei cani, annunciando ogni forma possibile di boicottaggio degli europei. L’appuntamento è stato fissato il prossimo 5 maggio alla manifestazione nazionale di protesta, a Roma in piazza del Pantheon, già autorizzata dalla Questura. Da censurare con assoluta fermezza il comportamento della consigliera comunale aggiunta per l’Ucraina, signora Kuzyk la quale ai microfoni di «Striscia la notizia» ha affermato che «quello che accade in Ucraina accade anche in Italia»

«Ci auguriamo -affermano gli animalisti- che il Comune di Roma censuri una tale affermazione che tende a gettare discredito su un Paese da anni impegnato nella tutela degli animali. Per parte loro, le Associazioni daranno mandato ai propri legali per valutare l’opportunità di procedere per diffamazione e calunnia contro le irresponsabili e denigratorie asserzioni della disinformata consigliera».

Il funzionario di II° livello dell’ambasciata ucraina ha tentato di difendere il proprio Paese, affermando che aveva aderito alla Convenzione del Consiglio d’Europa per la protezione degli animali da compagnia. Peccato però che tale firma, risalente al 5 luglio 2011, non sia stata seguita nè dal necessario atto di ratifica, nè dalla sua entrata in vigore a livello nazionale.


Dal web
 
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4 replies since 12/4/2012, 09:56   57 views
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